Archivio | luglio, 2012

Alice in Summer: on the road

30 Lug

– […] Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.
– Per andare dove, amico?
– Non lo so, ma dobbiamo andare.

Andare, viaggiare. Niente valigie pesanti. Nessuna comodità. Preparare un semplice zaino e cominciare il cammino. Queste sono le poche cose che dissi a me stessa prima di iniziare il mio primo viaggio in solitaria. Destinazione: Portogallo!

Parlai con molte persone prima di partire. Molte di loro mi credevano pazza. “Da sola, in una terra che non conosci? ” ” Da sola? Ma non rischi di annoiarti?” ” Tutte le tue cose in un semplice zaino?”. La mia risposta era sempre la stessa: un semplice si. Si, alla voglia di perdersi in una terra sconosciuta. Si, solo ed esclusivamente con uno zaino. Si, da sola. Perché in fondo non si è mai soli. Ci si accorge di non essere l’unico individuo su questa terra a lasciarsi trasportare dal brivido dell’avventura. La tua vita si incrocia con quella di tanti altri viaggiatori, che come te hanno storie da raccontare e che come te sognano orizzonti lontani.

Nessuno sa quel che succederà, ma come dice Jack Kerouac l’importante è andare.

Questo è l’itinerario del mio viaggio: partenza dalla città di Porto. Prendere un treno e raggiungere la piccola cittadina di Aveiro, definita la Venezia del Portogallo. Salire su un pullman e arrivare alla città universitaria di Coimbra. E infine, giungere alla meta finale: la capitale Lisbona.

 

 

Elena Usai

Il leopardo

28 Lug

Linea semplice ed accattivante quella rappresentata con stile e manualità. La stampa in leopardo mette in risalto il carattere orgoglioso e libero del corpo .

Giorgia O.Onifade

Il fascino vintage della bici

27 Lug

La decisa affermazione dello stile “vintage” è ormai un dato di fatto. Ogni giorno, passeggiando per le vie della città, possiamo trovare splendide ragazze che sembrano uscite direttamente da un film anni ’50. Ma il fenomeno sta superando il confine degli oggetti della moda per spostarsi su tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Anche sui nostri mezzi di trasporto, c’è stato un grande ritorno ad un oggetto intramontabile, la bicicletta. Un tempo, non molto lontano, era insolito vedere ragazzi e ragazze, vestiti all’ultima moda, andare a lavoro  o raggiungere gli amici al bar con questo mezzo,di solito era preferibile una fiammante decapottabile. Oggi una bicicletta, che rimanda agli stili di altri tempi  fa più tendenza di una Ferrari. Forse quest’ultima affermazione può sembrare un po’ azzardata, ma rimane comunque un dato di fatto che gli italiani hanno preferito di gran lunga questo mezzo di trasporto per passare le loro vacanze estive. Probabilmente sarà dovuto anche all’aumento del prezzo della benzina o al traffico congestionante della città, ma questa nuova tendenza, oltre ad essere ecocompatibile, è anche un buon esercizio fisico per mantenersi in forma. Quindi riesumiamo la vecchia bici della nonna, rimasta in cantina per non so quanto tempo, oppure facciamoci un giro al mercatino dell’usato più vicino e procuriamoci un oggetto che oramai è diventato un “must” di questa stagione. In questo periodo di crisi e di incertezza economica che lascia molti giovani spaesati e con molti dubbi sul proprio futuro forse aggrapparsi ad un passato idillico e pieno di buone speranze può essere la via giusta per ripartire, magari questa volta sue due ruote.

Alberto Fiorani   

The return…

26 Lug

Fiori d’ornamento, fiori d’eleganza e di riverenza. Non fa mai male un ritorno al passato, un ritorno di tradizioni e di sensazioni.

https://aliceinfashionland5.wordpress.com/2012/07/24/back-to-medieval-times/

Maly Andrea

SILENZIO! SI CANTA IL FADO!

26 Lug

Qual è il vero volto di una città? È una domanda che mi sono posta spesso durante il mio ultimo viaggio in Portogallo. Camminando per le strade di Lisbona ho scoperto il cuore pulsante della capitale portoghese: il quartiere popolare dell’Alfama. Un vecchio quartiere arroccato su una collina a sud di Lisbona,  che mette a disposizione dei sognanti turisti terrazze panoramiche ( dette miradouros ) dalle quali poter ammirare l’intricato ammasso di tetti rossi delle case e i fantastici panorami della città. Un labirinto di vie in cui perdersi, lasciandosi guidare dalle malinconiche note del Fado. Il termine Fado deriva dal latino Fatum ( destino ). È la musica popolare tanto cara al Portogallo, comparsa per la prima volta tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900.

Una musica che viene composta ispirandosi al tipico sentimento portoghese della Saudade , uno stato d’animo che rispecchia le credenze popolari del destino, visto come qualcosa che ci domina e da cui non possiamo fuggire.Divenuto patrimonio intangibile dell’umanità nel 2011, le canzoni sofferte e intense del Fado trovano la loro massima espressione nella cantante fadista Amàlia Rodrigues , soprannominata ” O alma do Fado”. La voce del Portogallo, che con il suo lungo vestito nero e lo scialle sulle spalle ( ormai divisa per le fadiste ) riuscì a colpire le corde vibranti del cuore delle persone a livello internazionale, espandendo così le magiche melodie del Fado in tutto il mondo.Melodiche poesie che immergono chi le ascolta nel passato, nel presente e nel futuro della sua vita. Amori non corrisposti, storie di separazione e sofferenza. Un sentimento misto tra passato e presente, che non evoca soltanto tristi avvenimenti, ma anche grandi speranze nel futuro che verrà. Il Fado è pura interpretazione della parte più profonda dell’animo umano. Una parte che molti dimenticano di possedere.

Elena Usai

Linea ad uovo

25 Lug

La rappresentazione così raffinata e completa di questo outfit mostra delicatezza ed elganza nelle forme e nelle rifiniture. La forma femminile si copre di un rosso deciso e corposo che rispecchia la forza del figurino e del suo tessuto. Linea ad uovo e drappeggio sono il mix unico per una giusto carattere estivo. Arte eccellente del disegno targato Giorgia Onifade .

 

Giorgia O.Onifade

Moda Bolognese : anni 50 e 60

25 Lug

Il volume vuole gettare uno sguardo sulla moda a Bologna negli anni Cinquanta e Sessanta attraverso la storia della sartoria Maria Venturi, molto rinomata per gli abiti da sera e da sposa, che aveva sede a Palazzo Rusconi in via D’Azeglio.
L’archivio di questo atelier ha permesso di ricostruire non solo i modi di creazione e realizzazione secondo un prezioso sapere, ma anche quale fosse l’ampia clientela e il rapporto con essa, come avvenisse la partecipazione alle sfilate di moda, quali fossero i fornitori.
L’organizzazione del lavoro nella sartoria poggiava sulle lavoranti – “sartine”, che in questa attività trovavano una loro promozione sociale e professionale, ma anche l’accesso a una cultura dello stile e una partecipazione allo sviluppo produttivo della moda.
Maria Venturi sceglieva le linee secondo le proposte ancora imperanti dei couturier francesi, ma guardava anche ai modelli della moda italiana che sempre più si stava affermando, in quella  creazione di uno “stile nazionale” verso al quale gli anni Trenta avevano dato ampio spazio.
RECENSIONE REALIZZATA DA: http://www.persianieditore.com/edizioni/

INN COLLABORAZIONE CON:https://aliceinfashionland5.wordpress.com/wp-admin/post-new.php

Gruppo Persiani Editore

BACK TO MEDIEVAL TIMES

24 Lug

Verrebbe da dire, Lana Del Rey docet. Ultimamente è tornato l’uso di adornare i capelli, i quali, dopo essere stati maltrattati in tutti i modi possibili negli anni 80, si erano presi un periodo di riposo con le chiome fluenti e libere del decennio successivo.Simil-lenze, balzi di fiori sono ormai indossati con non-chalance in qualsiasi occasione. C’è chi vuole un’ispirazione  hippy chic, chi orientaleggiante. Se nel medioevo erano usati per adornare quel poco di carne che alla donna era concesso mostrare, oggi sono l’accessorio indispensabile per un festival stile Coachella, per una cena elegante o per una serata in discoteca.Cantante e modella Lana del Ray proviene da una famiglia agiata di New York e ricorda tanto le nobildonne del XIV secolo che allora come oggi, si inventavano qualsiasi diavoleria pur di rendere ancora più piacevole la visione della loro persona. Le ricorda perché, per quanto possano essere apprezzati, questi “copricapi” mal si addicono a un lavoro da ufficio o, in effetti, a qualsiasi tipo di lavoro comune. Vogliamo, poi, parlare delle trecce? Anche queste grandi protagoniste dell’ultimo periodo, sono sempre le favorite in termini di acconciature. Semplici, multiple, a spiga…ci riportano indietro nel tempo, rendendo il nostro viso un quadro da incorniciare, come un dipinto commissionato nel medioevo.

Maly Andrea

Intervistiamo Veronica e il suo ” the curlyway” ( 2° parte)

23 Lug

1- Cosa tratti nel blog e qual’è l’obbiettivo finale?

Essendo un fashion blog, tratto principalmente di moda. Pubblico gli outfit dei miei look, tengo aggiornati i miei fan sulle sfilate e sugli eventi a cui assisto durante la fashion week, parlo dei nuovi trend, delle ispirazioni che si possono trarre dalle riviste e così via…Spero un giorno di poter lavorare nel mondo della moda, forse come giornalista e magari per un’importante testata giornalistica. Voglio un lavoro creativo, che possa darmi costanti stimoli..

2-Con chi vorresti collaborare sul web e magari in modo più concreto?

Le collaborazioni che preferisco sono quelle con i grandi brand del fashion system. Adoro poter indossare le loro creazioni e poter proporre sul mio blog i tantissimi modi di indossare un capo. Inoltre amo le collaborazioni con le riviste e con i magazine online in quanto adoro poter scrivere articoli sulle mie esperienze, senza distinzioni tra quelle positive e quelle negative.

3- Hai ora delle collaborazioni importanti?

Le collaborazioni sono parte fondamentale della vita di un blog. Personalmente accetto solo quelle che mi rispecchiano e che trovo più adatte per il tema trattato su The Curly Way. In questo momento sto collaborando con alcuni brand di accessori e abiti e con un magazine online.

4-Quanto e in che modo il tuo percorso di studi hanno inciso e stanno incidendo nel tuo progetto?

Non ho mai seguito corsi o frequentato scuole di moda, quindi il mio percorso di studi ha inciso davvero poco, ma da sempre amo scrivere. Spero che la mia laurea in Lettere, un giorno, possa aiutarmi nel mio percorso.

5- Progetti per il futuro ci sono? E quali?

Progetti per il futuro ce ne sono sempre tanti. Quando si gestisce uno spazio sul web bisogna sempre rimanere aggiornati con le ultime tendenze. Vorrei aprire una nuova sezione dedicata all’estetica e alla bellezza ma ci sto ancora lavorando su!

6- Saresti disposta ad attivare un raccordo con il nostro blog: Alice in fashionland?

Non ho mai attivato raccordi con altri blog prima, ma non escludo l’idea di poterlo fare in futuro!

 

Link and blog of Veronica :http://www.thecurlyway.com/

Santoro Roberta

INTRAMONTABILI DETTAGLI DI STILE-IL FOULARD

23 Lug

Esistono accessori che sono essenza della moda stessa. Il foulard, la cui origine si perde nella storia dell’uomo, e` sicuramente uno di questi. Che sia a righe, a pois, o a fantasie geometriche il fazzoletto di stoffa da un tocco di eleganza a chi lo indossa, forse per quella sua capacita` di donare un allure raffinata anche se abbinato all’abito più semplice. Legato sotto al mento ad incorniciare il viso, riporta alla mente lo splendore di dive come Audrey Hepburn, Greta Garbo o Jacqueline Kennedy. Indossato alla corsara o portato come turbante, da un look anni 70′; piccolo e annodato al collo da subito un aria bon ton. Il foulard e` dunque un vero e proprio dettaglio di stile, che mai come questa estate ha fatto parlare di se`. C’era da aspettarselo, le passerelle della moda internazionale, hanno già annunciato per tempo il tormentone estivo, ricoprendo di stampe foulard abiti, jupsuit, camicioni e persino occhiali e calzature. E già le fashion addicted di tutto il mondo, dispensando in rete consigli su come indossarlo, hanno decretato il successo di questo accessorio, portato come dettaglio tra i capelli, modello headband. Ma molteplici sono i modi in cui il foulard può arricchire un look. Hermès, il cui carré fa sognare le donne dal 1937 (anno in cui fu messo in commercio), propone ben 36 modi, con relative istruzioni, per annodarlo. Per Hermès il foulard non solo può coprire il capo o il collo, ma può anche trasformarsi in una pochette, in una sacca, in un top o in una cintura (tutte le istruzioni sono raccolte in una guida firmata dalla maison francese “Jouez con votre carré”). Dunque reinventare o reinventarsi con un semplice quadrato di stoffa, e` un gioco divertente, che può diventare, con un po’ di pratica, un vero e proprio segno di distinzione; a patto di non cadere nell’ossessione. Celebre il caso della famosa ballerina Isadora Duncan che nel 1937, morì strangolata, dopo che le frange del lungo foulard (che non mancava mai di indossare) rimasero impigliate nelle ruote dell’auto su cui viaggiava.

 Lombardini Valentina

Fonti

http://www.vogue.it/encyclo/moda/f/foulard

Colore e luce: Alexis Bittar

21 Lug

Alexis Bittar è un giovane designer  di gioielli americano.  I suoi gioielli si impongono nello scenario minimalista degli anni ’90, dominato da stilisti come Jil Sander, grazie anche alla scelta di una testimonial come l’attrice hollywoodiana Joan Collins. All’ ispirazione art decò si unisce quella proveniente dalle dive degli anni ’40 (prima fra tutte Rita Hayworth), dagli anni ’80 del Club Danceteria di New York e le atmosfere felliniane.  La lavorazione artigianale di pietre semipreziose, metalli fusi, resine plasmate e colate d’oro dà luogo a pezzi freschi, luminosi e spesso molto particolari. Realizzate a mano, le sue creazioni rivelano un’accuratissima cura del dettaglio. Dietro scenografiche collane, spille e voluminosi bangles si cela una storia che ha inizio con un regalo, piuttosto inusuale per un ragazzo, ricevuto dai genitori (due insegnanti) per il proprio compleanno. Si tratta di un luminoso gioiello d’antiquariato. E sono stati proprio i genitori a trasmettergli la passione per l’arte e il lavoro artigianale. A soli tredici anni inizia, poi, a vendere gioielli e abiti vintage in una bancarella per le strade di Soho.  Nel ’92 la sua linea di gioielli prende piede nell’ambito della vendita al dettaglio, grazie ai suoi gioielli elaborati e dai colori sgargianti, in controtendenza rispetto al minimalismo degli anni ’90. Viene notato da Dawn Mello, direttore moda di Bergorf Goodman, che gli offre una collaborazione con i suoi grandi magazzini, fino ad oggi, in un percorso in ascesa che vede Alexis Bittar presente in trentaquattro Paesi nel mondo.

 

Shop Online at: http://www.alexisbittar.com/home.php

Giorgia O. Onifade

AVANT TOI…

20 Lug

 

Styling: Desirèe
Cardigan: Avant toi
Biker boots: Ash
 
 STYLINGDO: HERE TO HELP WITH SOME STYLING

Florence + The Machine

20 Lug
 
Florence Welsh, classe 1986, è la voce del gruppo Florence + The Machine formato nel 2008 e divenuto famoso a livello mondiale in poco tempo. Con due album all’attivo, Lungs e Ceremonials, hanno scalato le classifiche soul e indie rock per arrivare ad esibirsi in importanti festival quali Glastonbury e T in the Park. Il 31 ottobre 2011 è stato pubblicato il loro secondo album, Ceremonials appunto; si tratta di un lavoro a mio parere molto bello e  con delle ottime versioni acustiche delle tracce nella versione deluxe del cd. Volevo mostrarvi il loro ultimo video, realizzato per il quarto singolo del progetto, Spectrum, che vede alla regia il genio David Lachapelle. Video colorato, pieno di dettagli e dai costumi eccezzionali in pieno stile Lachapelle
 
 

Matteo Mecenero

Intervistiamo Veronica e il suo ” The curly way” ( 1° parte)

18 Lug

1- Salve Veronica , parlaci di te e delle tue passioni.

 Sono una semplice ragazza bolognese di 22 anni e frequento la facoltà di lettere e filosofia  nella mia città. Da sempre sono appassionata di moda, fotografia e design. Queste grandi passioni mi hanno portato ad aprire, nel Gennaio 2011, il mio blog: The Curly Way. 

 2- L’idea di realizzare un blog tutto tuo , come è nata ?

In realtà quando ho aperto il mio blog non avevo un’idea precisa. C’erano tante cose di cui avrei voluto parlare…l’unica cosa di cui ero certa era che volevo aggiungere al tema un tocco personale, inserire qualcosa della mia vita privata, in modo da poter creare un vero e proprio “contatto” con tutti i miei followers. 

3- Perchè intitolarlo THE CURLY WAY?

 La scelta del nome è stata una delle parti più difficili durante il mio percorso…Avevo molti altri siti da cui prendevo “spunto” ma ci ho dovuto pensare davvero a lungo. L’intenzione era quella di creare qualcosa di unico e tramite il cui si potesse pensare subito alla mia persona e al mio stile…Pensando alla prima cosa che si nota guardandomi ho capito che i miei lunghi capelli ricci potevano essere un tratto distintivo importante…Il mio blog rispecchia il mio modo di pensare, il mio “curly way”…

4- Cosa vuoi trasmettere attraverso il tuo spazio web ai vari nagivatori di internet?

Voglio creare uno spazio accessibile a tutti, che possa diventare un punto di riferimento per tutte le persone in cerca di ispirazione o di un tocco di creatività. Vorrei andare oltre la solita visione del mondo della moda, cercare di ampliarlo, se possibile.  

 5- Descrivici il tuo blog usando 3 aggettivi.

I primi tre aggettivi che mi vengono in mente pensando a The Curly Way sono: Innovativo, personale, creativo. 

 

Link and blog of Veronica :http://www.thecurlyway.com/

Santoro Roberta

L’ECONOMIA IN UNA FELPA

17 Lug

Che la strada faccia tendenza e` ormai cosa nota.Addetti ai lavori, fashion blogger, ma anche gente comune ritratta nei loro outfit in giro per le vie di qualche città, dettano legge in fatto di stile. Tutto e` concesso, tutto fa moda e fin qui niente di nuovo. Ma se un uomo come Mark Zuckerberg, amministratore delegato del social network più famoso nel mondo, si presenta al “road show” per l’Ipo di Facebook, in jeans e felpa da skater, la comunità finanziaria insorge. L’analista finanziario Michael Patcher, non ha perso tempo nel muovere critiche al giovane “pezzo grosso” di Facebook. Indossare un felpa con cappuccio e`, secondo  Patcher, una mancanza di rispetto verso i potenziali investitori e la dimostrazione dell’inadeguatezza del giovane alla guida dell’azienda.Eppure se così fosse, la mela morsicata della Silicon Valley, non avrebbe oggi conquistato il primato in Borsa per capitalizzazione. Dolcevita nero, jeans e sneaker, look standard del compianto Steve Jobs , infatti, non hanno di certo impedito il successo di Apple. C’e` da chiedersi a questo punto se quello di Mark non sia un look studiato a tavolino o piuttosto una vera e propria dichiarazione di intenti: la rivoluzione digitale muove guerra, in felpa e sneaker, all’ingessato dualismo “giacca e cravatta” del mondo dei banchieri.

 Lombardini Valentina

FONTI:

http://www.repubblica.it/tecnologia

http://www.finanzaonline.com

Re -Creativity : soluzioni giovani

17 Lug

                                                                 

RE. Creativity si distingue per la sua natura artigianale che conferisce al prodotto esclusività e qualità. I materiali e le forme sono il frutto di ottima” Creativity”. Lavoro impeccabile per un’infallibile comodità .

IT’S CREATIVITY

 

 

 

 

fonte:https://twitter.com/#!/RE_Creativity

Greta Naselli

 

Abbinamenti vincenti

16 Lug

La delizia del figurino mostra un completo estremamente curato e pulito. Comprende: striped minidress ed un blazer. Non si nascondono i dettagli delle linee ed anche degli accessori. La silhouette è decisa e ben costruita.

FIGURINO DI MODA: LA TRADIZIONE E’ VINCENTE

Giorgia Onifade

BODY MODIFICATIONS

16 Lug

La decorazione del corpo con accorgimenti che ne cambiano la struttura estetica ha origini ancestrali: basti pensare al tatuaggio. Il termine deriva dal polinesiano “tatau” e fin dalle origini esso prevedeva una pittura permanente su pelle attraverso l’incisione dell’epidermide, oggi da parte di una speciale macchinetta che la fora in tanti punti per consentire al colore di penetrare al suo interno. Negli ultimi tempi tale tecnica è stata sperimentata anche all’interno della sclera dell’occhio. Nei secoli la sua funzione è andata evolvendosi: se fino a poco tempo fa era considerato indice di delinquenza, attibuito ai galeotti e ai componenti delle gang , oggi è utilizzato puramente come strumento di decorazione e ad esso viene spesso attribuito un significato intimo e personale, mentre anticamente veniva realizzato come simbolo di riconoscimento da gruppi religiosi, etnici e politici. Molte tribù indigene in Africa e in Oceania utilizzano le modificazioni del corpo come rito iniziatico durante il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Si parla in  questo caso non solo di tatuaggi ma anche di scarnificazione: una tecnica di deformazione cutanea adottata da molte tribù africane connessa a riti iniziatici quanto alla concezione della bellezza femminile. Essa consiste nell’effettuare incisioni sulla pelle secondo un preciso disegno, inserendo poi bastoncini o sassolini che ritardino la cicatrizzazione, in modo da lasciarlo in rilievo. Il dolore viene sopportato in stoico silenzio come una sorte di esorcismo della morte. I Padaung in Birmania usano anelli via via più numerosi per allungare il collo delle donne, i Mursi in Etiopia un piattello per allargare il labbro inferiore o estensori ai lobi delle orecchie. La tendenza di piercing e estensori è ormai di uso comune nelle subculture occidentali come abbellimento del corpo: si passa da un semplice piercing al corset piercing (costituito da anelli tenuti in tensione da un nastro, sulla schiena, sul collo o sul busto). Il corset piercing deriva da performance artistiche estreme come la body suspension praticata in vari club: i performer vengono appesi grazie ai ganci conficcati nella pelle e sospeso, appunto, il corpo dopo alcuni minuti oltrepassa la soglia del dolore e raggiunge uno stato d’assenza, un rilassamento che dona piacere. Accanto ai piercing troviamo il tongue splitting (biforcazione o triforcazione della lingua attraverso il taglio lungo una linea centrale che non leda i nervi con puro fine estetico, che causa perdita di molto sangue e lunghi tempi di cicatrizzazione). Recentemente è esplosa,inoltre, la moda degli impianti sottocutanei in silicone, in varie forme, che rimangono in rilievo sotto la pelle (curiosa la bagelhead, letteralmente “testa di ciambella”, che ha spopolato in Giappone). Interessante notare come tali fenomeni subculturali abbiano portato alla nascita di una vera e propria setta religiosa, con tanto di sito internet che espone l’importanza delle body mods per la purificazione spirituale dei suoi membri

 (Church of Body Modifications: http://uscobm.com/).

 

Giorgia O. Onifade

FIFI LAPIN- lezioni di stile.

14 Lug

“Corto è meglio. Dimenticate i look seriosi, i party sono fatti per divertirsi. Optate per qualcosa di corto e lasciate quelle gambe libere sulla pista. Fifi Lapin – Licenza di flirtare”

Creare un outfit degno di nota, mescolare sapientemente tessuti stampati, colori e fogge, trovare il giusto accessorio per una determinata occasione  e` un dilemma che manda in crisi donne di tutte le latitudini. Lo sa bene Fifi Lapin la coniglietta più glam del web, che ad Aprile di quest’anno ha pubblicato anche in Italia il volume dal titolo “Cosa mi metto oggi? – Segreti di stile di una coniglietta fashionista”.Questo style book, già famoso in Inghilterra, Cina, Corea e Stati Uniti, raccoglie nel diario di una settimana tanti utili consigli a cui ispirarsi, analizza i modelli che meglio si adattano alle varie silhouette e propone accostamenti che strizzano l’occhio ai vari esperti di stile. Di questa coniglietta sempre al passo con le tendenze, si sa solo che e` l’unica superstite di una cucciolata di 257 tra fratelli e sorelle e per questo motivo e` stata viziata oltre misura, nonostante questo Fifi non dimentichi  di dispensare consigli per tutte le tasche e per tutti i portafogli. Quel che non si sa invece e` l’identità che si nasconde dietro alla penna che da anni fa indossare a Fifi il meglio della moda mondiale. Una cosa e` pero` certa, dietro l’alter ego di  questo personaggio, va il merito di aver inserito nel libro una parte degna di nota, che raccoglie interviste di designer di fama internazionale (vedi Barbara Hulanicki, del leggendario emporio Biba, Michael van der Ham e i suoi abiti ispirati ai lookbook di Andy Warhol, ad Anna Sui una delle 5 top designer del decennio fino ecc.) Questo libro pare avere tutte le carte in regola per diventare una nuova bibbia del mondo della moda, una lettura spiritosa da portare sempre in borsa per evitare di incappare in qualche fashion disastro.

Valentina Lombardini

Fonti:

http://www.fifi-lapin.blogspot.it/

Fifi Lapin

Cosa mi metto oggi? Segreti di stile di una coniglietta fashionista. Hop edizioni

collana “glam-glam”

AVANT TOI …

13 Lug

Styling: Desirèe
Cardigan: Avant toi
Biker boots: Ash
 
 STYLINGDO: HERE TO HELP WITH SOME STYLING